Un può di Storia

La linea difensiva del settore dell’Alto Isonzo durante la Prima Guerra Mondiale : San Leonardo

Dopo l’inizio delle ostilità con l’impero austro-ungarico, nel setttore dell’Alto Isonzo l’avanzata oltre il confine delle truppe italiane portò la linea del fronte sulla sinistra del fiume, da Plezzo a Tolmino attraverso la zona del monte Nero. A difesa della prima linea venne progettato un sistema di trincee lungo i monti della riva destra dell’Isonzo, la linea difensiva d’armata, organizzata su due linee parallele. La linea avanzata correva dal monte Stol fino al Sabotino e la linea di rinforzo era formata da due tratti che si incontravano sul monte Cum. Il primo tratto scendeva dalla cima Fredda del Matajur a Pusno, in val Judrio, il secondo seguiva i monti della destra Judrio, dal passo Zagradan al monte San Biagio. La realizzazione dei lavori procedette poco e male, cosi, quando il 24 ottobre 1917 le truppe austro-ungariche e germaniche attaccarono il fronte nel settore dell’Alto Isonso da Plezzo e da Tolmino, sfondate le prime linee italiane in singoli punti, trovarono pochi ostacoli sul loro cammino. Il crollo del settore causò la rotta di Caporetto e costrinse le truppe italiane alla ritirata sul Piave.

Nel Comune di San Leonardo la testimonianza più evidente della Prima Guerra Mondiale è la strada militare di arroccamento che da passo Solarie conduce a Castelmonte, seguendo i monti della riva destra del fiume Judrio. Sul costone Malinsce, nonstate il temp, le coltivazioni e gli insediamenti dell’uomo, un piccolo tratto della linea difensiva è ancora in buone condizioni. Un camminamento e due caverne partono dalla strada e, attraversando il costone, raggiungono la trincea scavata sulla cresta, a picco sopra la valle dello Judrio. In altre due caverne, una mai ultiamta, vi erano postazioni per mitragliatrici.

La chiesa di San Nicolò

La fondazione della chiesetta alpestre di San Nicolò è sicuramente databile al 1294.

Si tratta di una cappella ampliata nel 1450 in stile gotico e ristrutturata nel 1525 o 1526, in seguito ai sismi del 1511-1513. Nel Settecento ha acquisito la forma attuale con l’aggiunta del pronao. Durante i restauri del 1959 dalla demolizione del vecchio altare sono emerse tre teche-reliquiari in terracotta di notevole valore storico, contenenti i sigilli dei vescovi consacranti, cioè Leonardo di Trieste, sottocollettore papale Giacom Vallaresso, vescovo di Capodistria, e Daniele de Rubeis, vescovo di Caorle.

La chiesa ha un portico chiuso sui lati ed aperto sul fronte, coperto a capanna e illuminato da due finestrelle aperte ai lati di una porta con arco ribassato ; la porta d’ingresso alla chiesa è a sesto acuto. Una lapide ricorda i caduti del 1917. Sul colmo del tetto c’è una bifora campanaria in pietra squadrataa con due campane. La muratura è in pietrea intonacata, la copertura in coppi con cornice sotta la gronda. L’aula rettangolare è illuminata da una finestra a sessto acuto e ha il soffitto con travatura a vista. Un arco trionfale a tutto sesto leggermente ribassato apre il presbiterio rettangolare, con soffitto a vela, illuminato da una finestra sul lato destro (aggiunta posteriore). L’altare in marmo opera degli artisti cividalesi Leo e Pio Morandini e del pittore Giacom Bront (1959). Completano l’arredo una grande statua lignez del Sandedicarario (secoli XV-XVI), proveniente da Cividale, due statue ligna seicentesche raffiguranti San Marco e San Lorenzo (portae in chiesa solo durante le funzoni religiose) e un acquasantiera a muro in pietra.

Valli del Natisone

www.vallidelnatisone.it

"Collegate a Cividale, antica Forum lulii ed alla valle dell'lsonzo, le valli del Natisone si trovano nella parte più orientale della regione Friuli-Venezia Giulia. Sono formate dalla valle del Natisone propriamente detta e da quelle percorse dai suoi affluenti, l'Alberone, il Cosizza e l'Erbezzo, secondo un originale sistema vallivo a ventaglio, convergente verso sud. Sono simboleggiate dal monte Matajur (1641 m) che le domina e dalla cui cima erbosa è possibile vedere l'Adriatico.

Tra le bellezze da visitare ricordiamo le numerosissime chiesette votive risalenti ai secoli xv e XVI e disseminate su tutto il territorio. Sono raggiungibili percorrendo sentieri tra prati e boschi che offrono un'autentica esplosione di colori, soprattutto in autunno. Interessanti sono le diverse cavità naturali, alcune ancora inesplorate, tra le quali spicca la grotta di San Giovanni d'Antro, interessante sotto il profilo naturalistico, storico, religioso e culturale.

Nell'ambiente naturale di quest'area si possono praticare attività quali trekking, escursioni, percorsi in mountain bike e pesca sportiva. Le valli del Natisone sono un' area interessante non soltanto dal punto di vista storico -geografico ma anche sotto il profilo più culturale. In questo territorio, caratterizzato dalla sua particolare collocazione geografica, si è costituito un ambiente nel quale il rapporto uomo -ambiente ha creato un patrimonio storico -culturale di notevole interesse che si estrinseca in tradizioni assolutamente originali che vanno dall'architettura popolare fino alla tradizionale gastronomia."

Cosa fare

Posti da vedere nelle Valli del Natisone e dintorni


Links ad altri siti

Associazione Lintver

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Locanda al Trivio

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Natisone in bici

In bicicletta e in mountain bike per le Valli del Natisone.

CIVIDALE.COM

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